Sui campi del mercato, una lotta fratricida, senza esclusione di colpi, la morale è uccisa. Si sgomita, si spinge, si calpesta l’avversario, per scalare la vetta, dimenticando il primario.
Il profitto è l’unico dio, ogni mezzo è lecito, la lealtà è un concetto antico, un ricordo flebile. Si mente, si inganna, si ruba l’idea altrui, pur di primeggiare, senza guardare in altrui.
I prezzi crollano, la qualità si abbassa, conta solo vendere, a qualunque tassa. I lavoratori sudano, sfruttati e umiliati, mentre i capi sghignazzano, nei loro troni dorati.
La concorrenza è sana, stimolo al progresso, ma quando è selvaggia, diventa un regresso. Distrugge valori, crea disuguaglianze, genera mostri, non opportunità e avanzanze.
E alla fine, chi vince davvero? Forse nessuno, in questo gioco perverso. Si perde l’umanità, si smarriscono gli ideali, in cambio di un successo effimero, dai risvolti fatali.