Invasione aliena a Napoli: ‘O sole mio… marziano!
La notizia aveva fatto il giro del mondo in un lampo: una flotta di astronavi a forma di Vesuvio era apparsa nei cieli di Napoli, oscurando il sole e facendo tremare i vicoli. Ma l’invasione aliena più temuta della storia si rivelò subito diversa da ogni altra.
I primi alieni a sbarcare, armati di “pistole laser” a forma di cornetto portafortuna, avevano un aspetto familiare: pelle abbronzata, occhi furbi e un’irresistibile passione per il caffè. Parlavano un napoletano stretto, condito da colorite espressioni dialettali e intercalato da “guagliò” e “mammà”.
“Ma che dici, guagliò? Siete venuti a conquistarci?” chiese un anziana signora affacciata al balcone.
“Ma quale conquistare, nonna! Siamo qui per portare la pizza e il ragù su Marte!” rispose l’alieno con un sorriso a 32 denti.
E così, l’invasione aliena si trasformò in una festa cosmica. Gli alieni, rivelatisi discendenti di antichi emigranti napoletani, si integrarono subito nella vita della città. Aprirono pizzerie volanti, organizzarono partite di calcio intergalattiche e portarono il loro folclore nello spazio profondo.
Il sindaco di Napoli, entusiasta, dichiarò: “È l’invasione più pacifica e gustosa della storia! Abbiamo trovato nuovi amici, nuovi sapori e nuovi modi di dire. Napoli è diventata la capitale interstellare della gioia!”.
La Terra intera, contagiata dall’allegria napoletana, iniziò a parlare dialetto e a mangiare pizza. Gli alieni, da temibili invasori, divennero ambasciatori della cultura partenopea, portando il sole di Napoli in ogni angolo dell’universo.
E vissero tutti felici e contenti, tra una tazzulella ‘e cafè e una cantata di “‘O sole mio”.