Nel cuore della notte, un silenzio irreale avvolgeva la città di Napoli. Le luci tremolanti dei lampioni si riflettevano nelle strade deserte, mentre il Vesuvio sonnecchiava sullo sfondo. Improvvisamente, un boato assordante squarciò l’oscurità. Una navicella spaziale, simile a un enorme pallone da calcio, emerse dalle nuvole, illuminando a giorno la città.
Dalla navicella discesero creature aliene, alte e muscolose, con strani simboli bianconeri dipinti sui loro corpi. I loro occhi, di un giallo fosforescente, brillavano di una strana intensità. Brandivano armi futuristiche, ma ciò che più colpiva era il loro canto, un coro distorto e inquietante: “Juve, Juve!”.
Era chiaro: erano alieni juventini, venuti da lontano per conquistare Napoli e imporre il loro dominio calcistico.
La battaglia fu epica. I napoletani, armati di coraggio e ingegno, risposero all’attacco con una grinta inaspettata. I vicoli si trasformarono in trincee, i balconi in postazioni di lancio. I pizzaioli lanciavano pizze infuocate, i pescivendoli brandivano pesci spada come fossero sciabole.
Ma gli alieni juventini erano forti e numerosi. I loro laser incenerivano i vicoli, i loro scudi respingevano le pizze infuocate. La battaglia sembrava volgere al peggio per i napoletani.
Fu allora che un vecchio tifoso del Napoli, Don Gennaro, ebbe un’idea. Prese un megafono e, con la voce tremante ma carica di passione, intonò un vecchio coro napoletano.
“O sole mio, sta’ nfronte a te! O sole mio, nun me lassà! O sole mio, so’ pazzo ‘e te!”
Il coro, potente e melodioso, si diffuse per tutta la città, raggiungendo anche gli alieni juventini. Questi ultimi, colpiti dalla bellezza di quel canto, si fermarono, disorientati.
Don Gennaro, vedendo l’effetto della sua mossa, continuò a cantare, sempre più forte, sempre più appassionato. E, come per magia, anche gli altri napoletani si unirono al coro, creando un’onda sonora che avvolse la città.
Gli alieni juventini, sopraffatti da tanta bellezza e passione, cominciarono a vacillare. I loro occhi persero la loro fosforescenza, i loro corpi si fecero meno minacciosi.
E alla fine, successe l’impensabile. Gli alieni juventini, vinti dalla musica napoletana, si ritirarono nella loro navicella, lasciando Napoli libera e vittoriosa.
Da quel giorno, Napoli divenne ancora più fiera della sua identità e della sua cultura. E Don Gennaro, l’eroe che aveva salvato la città con la sua voce, fu ricordato per sempre come il cantore che aveva sconfitto gli alieni juventini.